mi portò a un funerale, ma era uno speciale che non c'era neanche un morto parente, neanche un conoscente, solo un sacco di gente seria e molto composta
una specie di festa al contrario
e mio padre Mario mi diceva: quando avrai un pò più d'anni potrai dire io c'ero ai funerali degli agenti della scorta di Moro
questa sera, quasi trentacinque anni, sto leggendo il giornale e di quel funerale mi risale l'immagine in mente e ho chiarissimo in testa quel concetto di festa al contrario e di mio padre Mario che per come era sempre severo mi appariva sincero nel dolore del restare impotente insieme a molta altra gente che sostava di fronte al potere di pochi sulla vita di molti e quei volti sconvolti delle madri delle mogli dei parenti e dei figli degli agenti della scorta di Moro e mio padre Mario era così serio...
E mi teneva sulla testa una mano, quel pomeriggio lontano, quasi trent'anni fa, i negozi che chiudevano in tutta la città ogni cosa era strana nella mia fantasia, non capivo perchè in giro c'era tutta quella polizia, le sirene spiegate, le serrande abbassate...sono più grande ma le cose non sono cambiate.
Questa storia che ho detto con la rima baciata non so forse neanche io perché ve l'ho raccontata.
Forse il centro di tutto è quella mano che mio padre mi appoggiò sulla testa, questo è quanto mi resta, un ricordo profondo grande come il mondo questo gesto che mio padre ebbe il cuore di fare, questo gesto d'amore mille volte più potente di un pugno in questa notte di giugno in cui scrivo mi fa essere vivo pronto ad essere padre a mia volta e a spiegare a mio figlio bambino come ogni destino si unisce si confonde e si intreccia in comune con le altre persone gli dirò che ogni schiaffo e ogni pugno che è dato, ogni piccolo diritto che nel mondo è violato è una ferita per tutti gli esseri della terra e
FINCHE' NON C'è GIUSTIZIA CI SARA' SEMPRE GUERRA."
Lorenzo Cherubini "Mario" Lorenzo 1994
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